La vita, una partita di calcio
Riflessioni tra Hellas, Arsenal e il mondo intorno
La Curva Sud |
Nick Hornby |
Dannazione Jack. Dannati i tuoi pensieri. Me lo dici sempre, provocatorio come ami essere: “Tifo Hellas, sono di sinistra e romantico di natura. Ma nascere juventino, ladro, capitalista e cinico trombatore no?”. E’ solo uno dei tanti paradossi con cui ti piace condire i tuoi discorsi. La verità è che sei orgoglioso di tutto ciò. Anche se la tua squadra negli ultimi vent’anni è stata in A per un solo lustro, e gli ultimi quattro se li è fatti in C. Anche se le elezioni le perdi quasi sempre e nelle poche che vinci scopri che i “tuoi” si comportano come gli altri, quelli che ti stanno sul cazzo. Anche se delle tue trombate di una sera non te ne è mai fregato niente, mentre ti frega troppo di quelle due-tre che ti hanno rubato il cuore e poi l’hanno fatto a pezzi. Eppure una volta me l’hai detto tu, con quel tuo sorriso disincantato e gli occhi grandi da sognatore: “Sono storie di vita. Sono storie di calcio. E a volte è difficile scinderle del tutto”. Te come lo scrittore inglese Nick Hornby. L’ho letto sai il suo libro? La tua vita come il suo “Febbre a 90”. Lui l’Arsenal, te il Verona. Le vicende dei “Gunners” e dell’Hellas a intersecarsi coi vostri dischi, i lavori e le aspirazioni. Con le vostre donne e i vostri amori. Londra Nord come Borgo Venezia. L’infanzia e le iniziazioni adolescenziali. L’età adulta, che adulta del tutto non sarà mai. Perché il calcio è amore (per un club) ed è come l’amore (per le donne). E l’amore è l’incantesimo con cui torniamo a sentirci un po’ bambini. Scrive Hornby: “Mi innamorai del calcio come mi sarei poi innamorato delle donne: improvvisamente, inesplicabilmente, acriticamente”. Riflessivi mai. Illusi e delusi, felici e perduti. Ma vivi.
Francesco Barana
giornalista, già collaboratore de "L'Arena" e "Il Corriere di Verona". Hornbyano e caposseliano.
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